Una pubblicità discutibile e una risposta adeguata
Sul fascicolo n. 1466 del supplemento “Venerdì” di “Repubblica” del 22 aprile 2016, approssimandosi il Primo Maggio, viene pubblicata a tutta pagina un’inserzione pubblicitaria del consorzio sciistico di Cortina d’Ampezzo che non passa inosservata.
Nei giorni successivi abbiamo ricevuto mail e anche telefonate di protesta da parte di amici e sostenitori del Quarto Stato, indignati per quest’uso, per la verità assai discutibile, dell’arte pellizziana. In effetti, in questi anni, ne abbiamo viste di tutti i colori, anche se pensiamo che sia uno scotto da pagare alla popolarità di un’immagine che non cessa di esercitare una enorme forza comunicativa, ad oltre un secolo dalla sua realizzazione.
Una risposta adeguata era però necessaria, e ci ha pensato, da par suo, Michele Serra, sullo stesso “Venerdì”, nel fascicolo n. 1468 del 6 maggio. La lettera che ne ha dato l’occasione, e la relativa risposta sono leggibili integralmente QUI. Di seguito, invece, trascriviamo la parte di risposta che ci riguarda più da vicino, ringraziando sia l’autore della lettera, il prof. Fernando Noris, sia Serra per il bel ricordo di una visita volpedese avvenuta la scorsa estate.
Come contro-pubblicità (pubblicità-progresso, direi) suggerisco ai lettori di passare da Volpedo, che è sui colli sopra Tortona, e visitare il museo di Pellizza, piccolo e bello, nel quale si ricostruisce la genesi di quel gran quadro. Che a suo modo fu un kolossal pre-cinematografico, con lunghe sedute di posa che coinvolsero gli abitanti del borgo (soprattutto contadini), diversi bozzetti e varie stesure. Poi, se avanza un po’ di tempo, si può anche fare una capatina a Cortina.