Vecchio mulino a Volpedo (1903), olio su tela, cm 44,5×64, collezione privata
Il mulino mosso dalle acque della roggia Ligozzo era situato al tempo di Pellizza nella piazza Perino all’imbocco dell’attuale via Mazzini; fu abbattuto negli agli anni venti del secolo scorso, quand’era ormai inattivo, e il corso d’acqua venne deviato fuori dal centro abitato.
La tela di Pellizza costituisce l’unica testimonianza iconografica rimastaci dell’intero complesso. In essa colpisce la netta scansione dei piani, ottenuta sia con il sapiente incastro delle forme architettoniche del grande mulino e delle case adiacenti, sia con la lunga ombra che si proietta in primo piano a marcare con più forza l’ampiezza e la profondità della strada. Non è improbabile che Pellizza avesse impostato il quadro agli inizi del Novecento, quando aveva incominciato ad interessarsi allo studio delle chiuse e degli incastri delle condotte d’acqua e, accanto a temi ricchi di suggestioni simboliste o letterarie, tornava a trattare alcuni scorci ambientali di Volpedo e del suo territorio, puntando su forme articolate in sintesi geometriche, quali aveva praticato nel periodo iniziale di sperimentazione della tecnica divisionista. In questo caso al divisionismo applicato rigorosamente sullo sfondo fa riscontro un più libero modo di trattare il primo piano con tonalità cromatiche ocra-rosate e con stesura più mossa e libera, tale da far ipotizzare un vago influsso di gamme impressioniste, quali Pellizza aveva potuto vedere nei Monet esposti alla Centennale di Parigi nel 1900 e nelle tele del Luxembourg.
Aurora Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, scheda 1130 (testo adattato per l’ampliamento dell’Itinerario sui luoghi pellizziani in Volpedo, 2008)