Strada nuova a Volpedo (1903), olio su tela, cm 62,7×46,4, Bari, Pinacoteca provinciale
Il vecchio abitato di Volpedo era delimitato dalla cinta muraria che fiancheggiava il castello un tempo dei Malaspina; a metà ottocento il castello si era trasformato in un elegante palazzo signorile, con la costruzione di una decorosa facciata sulla piazza del Torraglio. L’abbattimento delle mura favorì la relazione del paese col suo circondario collocato ad un livello leggermente più basso, tanto che il palazzo potè essere collegato al giardino con una passerella che passava sopra la strada realizzata a ridosso dell’antico confine. Pellizza cominciò a studiare la Strada nuova fin dal 1898, proprio l’anno in cui aveva incominciato a dipingere Il Quarto Stato sulla piazza davanti all’ingresso del palazzo stesso. L’inquadratura della via fra i muri che delimitano le proprietà Malaspina, col suo tracciato in leggera discesa, su cui si proiettano le ombre della ricca vegetazione del giardino, interessò a più riprese il pittore, che vi tornerà ancora negli anni successivi.
Particolarmente interessanti sono le tonalità dominanti nella fitta chioma degli alberi, a verdi di varia intensità con sfumature in giallo; in altre parti della tela dominano invece toni delicati di base color ocra con piccole pennellate di verdi e blu e tocchi di aranciato e rosa, che puntano alla applicazione più libera della tecnica divisionista ed utilizzando anche le fregature del retro del pennello per rendere più dinamico l’effetto cromatico. I due grandi studi a carboncino e la tela definitiva chiariscono l’impegno del pittore nell’elaborare la veduta puntando sulla contrapposizione fra luci ed ombre secondo una tendenza che Pellizza confermà anche nel 1904 in due tele realizzate nella piazza in fondo alla strada nuova, Vecchio mulino a Volpedo e Pontecastello, che ci conservano una vivace testimonianza di una Volpedo scomparsa.
Aurora Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, scheda 1124 (testo adattato per l’ampliamento dell’Itinerario sui luoghi pellizziani in Volpedo, 2007)