[column size=”one-half”]
[/column]
[column size=”one-half” last=”true”]
Speranze deluse
(1894)
olio su tela, cm 110×170
collezione privata
Il motivo trattato è quello della pastorella addolorata per l’abbandono da parte dell’innamorato che, sullo sfondo, conduce in sposa un’altra donna, mentre due musici fanno strada al piccolo corteo. Il dolore della pastorella, già rilevato dalla posa accasciata sul rastrello, si muta però in elemento strutturante della composizione pittorica grazie alla scelta formale di individuare nella sua figura il perno di un triangolo, i cui lati toccano le pecore e la gerla al suo fianco. In quest’opera Pellizza riprende l’inquadratura e il tema del precedente La tradita, realizzato sul “prato Cassanini” e condotto senza uso della tecnica a colori divisi. Lo stacco tra La tradita e Speranze deluse rappresenta dunque una testimonianza del passaggio – avvenuto nel corso del 1892 – alla tecnica divisionista. Proprio “prato Cassanini” viene denominata, in una mappa comunale del 1910 circa, la porzione di terreno corrispondente all’attuale palazzina a tre piani ai numeri civici dal 3 all’11 di via Mazzini. Il muretto posto di fronte alla palazzina – a destra di chi guarda oggi e visibile sullo sfondo del dipinto – e che seguiva il corso della roggia che fluiva verso il mulino allora posto in piazza Perino, rende riconoscibile ancora oggi il luogo.
Aurora Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, scheda 842 e scheda 708 per La tradita (testo ridotto)
[/column]