Il Museo didattico

Il Museo didattico in piazza Quarto Stato

  • Biografia di Pellizza da Volpedo
    Pellizza da Volpedo

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[dropcap]D[/dropcap]al 1° maggio 2002 i Musei di Pellizza si sono arricchiti di un nuovo tassello nel mosaico delle iniziative avviate nel 1990 per una piena valorizzazione del patrimonio pellizziano.
Dopo l’apertura del restaurato Studio del pittore in via Rosano (1994) e il contestuale recupero architettonico della piazza Quarto Stato, dopo l’individuazione del percorso sui Luoghi pellizziani del 2000 e le imponenti manifestazioni che hanno celebrato i cento anni del compimento del Quarto Stato (con il ritorno nello studio di Volpedo del capolavoro di Pellizza, settembre-ottobre 2001), è oggi disponibile al pubblico il Museo didattico permanente dedicato all’illustrazione della vicenda umana e artistica del pittore.
Il Museo didattico trova collocazione al piano terra del palazzo del Torraglio, un edificio che insiste su uno dei luoghi di più antico insediamento del paese, al numero civico 1 di piazza Quarto Stato, la piazza davanti al palazzo Malaspina dove Pellizza ambientò il celebre dipinto.
La sua realizzazione è stata ideata e curata dalla professoressa Aurora Scotti, docente presso il Politecnico di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Giuseppe Pellizza, con allestimento dell’architetto alessandrino Dario Milanese.
Il percorso si snoda nei sei locali in cui si articola il piano terra del palazzo. Pannelli esplicativi, immagini fotografiche, documenti e oggetti vari presentano in sezioni diverse Volpedo e Pellizza stesso nella sua famiglia e nella sua biografia, esaminando il percorso pittorico dell’artista nel passaggio dal realismo al simbolismo, con attenzione ai cicli ispirati al tema dell’amore e della natura. Particolare cura è stata riservata alla “costruzione” dell’opera d’arte, soprattutto attraverso gli esempi di Processione (opera cruciale nel momento di passaggio alla tecnica divisionista) e del Quarto Stato, alla cui elaborazione decennale è dedicato ampio spazio.
Seguono poi sezioni specifiche sulla tecnica che permettono di avvicinare l’officina pellizziana nel modo più approfondito, scandagliando tutti gli aspetti materiali del fare arte: il colore innanzitutto, con la ricostruzione dei pigmenti usati da Pellizza, ma anche i supporti, la preparazione delle tele, le cornici. Sul colore e sulla tecnica sono stati condotti approfondimenti particolari, grazie anche a sofisticate analisi non distruttive compiute con strumentazioni scientifiche d’avanguardia se non sperimentali (riflettografie, stratigrafie, analisi alla fluorescenza X). Si presenta poi la complessa operazione della costruzione armonica dei quadri pellizziani individuando schemi compositivi geometrici e luminosi, proporzioni e valori costanti, movimento della linea forza.
A rendere possibile questi percorsi molteplici, con diversi livelli di approfondimento, hanno collaborato:
Paolo Bensi, Dipartimento di Studio delle Componenti Culturali del Territorio, Seconda Università degli Studi di Napoli; Claudio Comi, Dipartimento di Architettura e Pianificazione, Politecnico di Milano; Maria Grazia Francalanci, Milano; Daniela Giordi, Laboratorio di Restauro e conservazione della Fotografia, Torino; Antonio Longoni, Carlo Fiorini, Alessandra Gianoncelli, Dipartimento di Fisica, Politecnico di Milano; Claudio Olivieri, Milano; Enrico Pedemonte, Alessio Montarsolo, Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Università di Genova; Pierluigi Pernigotti, Studio Giuseppe Pellizza, Volpedo; Gianluca Poldi, Nicola Ludwig, Istituto di Fisica, Università degli Studi di Milano; Thierry Radelet, Torino; Simona Rinaldi, Dipartimento per la Conoscenza e la Valorizzazione dei beni Storici e Archivistici, Università della Tuscia, Viterbo; Camillo Sangiorgio, Laboratorio Informatico del Dipartimento di progettazione dell’Architettura, Politecnico di Milano; Aurora Scotti Tosini, Politecnico di Milano, Dipartimento di Progettazione dell’Architettura e Studio Giuseppe Pellizza, Volpedo; Monica Vinardi, Roma.
I lavori di ristrutturazione del palazzo del Torraglio, promossi dal comune di Volpedo, sono stati possibili grazie al contributo della Regione Piemonte e della Giarolo leader. L’allestimento del museo è stato interamente finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Tortona.

Notizie sul Palazzo del Torraglio
Le origini di Volpedo sono antiche, dal momento che la fondazione risale con tutta probabilità al periodo tardo romano.
Il cosiddetto Torraglio costituisce proprio la zona di più antico insediamento, situato su una collinetta prospiciente al vicino corso del torrente Curone, nel punto in cui la valle si apre verso la pianura. L’antico borgo consisteva anzi solo in questo nucleo ristretto, un tempo chiuso entro la cinta di fortificazione e in seguito allargatosi anche al di fuori della cinta muraria, che comprendeva la zona attualmente delimitata a Est dal palazzo municipale, a Sud dalla piazza principale e dalla chiesa parrocchiale, a ovest dal palazzo Malaspina e da quella che oggi è piazza Quarto Stato, a Nord da ciò che tuttora resta delle antiche mura, erette in epoca cinquecentesca in sostituzione di altre più antiche e andate distrutte in vicende d’armi.
Il palazzo del Torraglio si trova dunque nel cuore più antico di Volpedo, quello che ancora ha conservato l’aspetto e la pace dell’antico borgo, e si affaccia inoltre sulla piazzetta che fu teatro della genesi decennale del Quarto Stato, tra il 1892 e il 1901, e che al capolavoro di Pellizza è oggi dedicata.
I recenti lavori di ristrutturazione hanno riportato all’originario prestigio uno stabile che nei secoli ha avuto molteplici e storiche destinazioni d’uso. In questo punto, con tutta probabilità, si elevava infatti il palazzo fortificato di Perino Cameri, l’uomo d’arme servitore dei Visconti che fu l’artefice del secolare legame tra il paese e il ducato grazie al lascito testamentario del feudo avuto in dono dai signori di Milano a favore della Fabbrica del Duomo, avvenuto nel 1426. Sempre qui, in secoli più recenti, sorsero il palazzo municipale (fino alla metà dell’Ottocento, prima della costruzione di palazzo Perino, l’attuale sede in piazza della Libertà), poi divenuto scuola proprio negli anni a cavallo dei due secoli in cui visse Pellizza, e ancora più recentemente sede della caserma dei carabinieri, fino all’abbandono e al successivo intelligente recupero architettonico promosso dall’amministrazione comunale.
L’attuale definizione d’uso del palazzo prevede la presenza al primo piano di alcuni appartamenti, al piano terra il Museo didattico Giuseppe Pellizza e negli scantinati, ancora da recuperare, altri locali di servizio annessi al museo: nel frattempo però è previsto un intervento di assaggio e studio da parte della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte per verificare che alle fondamenta non siano presenti resti dei più antichi insediamenti del paese.

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[column size=”one-fourth” last=”true”]Volpedo
palazzo del Torraglio
piazza Quarto Stato, 1

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