Diario di una visita a Volpedo – Giovedì 24 settembre 2015
Volpedo è un paese molto curato, dove le strade sono pulite e gli abitanti sono cordiali. Sul paese aleggia l’anima del pittore Giuseppe Pellizza e nelle strade si possono ammirare le riproduzioni dei suoi quadri. Dopo una sosta al bar ci siamo recati all’appuntamento con la nostra guida, che si è fatta un poco attendere… forse voleva essere desiderato. Appena arrivato ha iniziato subito la visita dimenticando di presentarsi e solo alla fine del giro abbiamo scoperto che si chiamava Ettore e che aveva origini sarde. Per prima cosa ci ha mostrato lo studio dove il pittore dipingeva, e ci ha raccontato che Pellizza, pur provenendo da una famiglia contadina, aveva studiato in diverse accademie. Nello studio infatti erano raccolti molti libri, tutta la sua biblioteca. Inoltre, in una teca, c’era la sua tavolozza con i colori ormai secchi, e un ottavino che suonava da bambino nella banda del paese. Questo ottavino è stato suonato da un grande musicista della Scala in occasione della ricorrenza dell’Unità d’Italia. Ettore ci ha raccontato che ascoltare il suono dell’ottavino è stato come sentire la voce del Pittore. Dallo studio ci siamo recati in piazza Quarto Stato. Il nome deriva dal fatto che in quella piazza sia stato dipinto il famoso quadro raffigurante la massa di contadini che avanzano per rivendicare i loro diritti. Abbiamo fatto una foto di gruppo nella stessa posizione dei figuranti. Successivamente Ettore ci ha aperto la Pieve, dove erano raffigurati molti santi, dipinti probabilmente dagli stessi pittori che hanno affrescato l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio. C’erano due altari e un Crocifisso. Infine ci siamo recati a vedere il filmato sul Quarto Stato dove venivano descritti i personaggi e la situazione in cui si trovavano. Dopo aver salutato e ringraziato Ettore siamo andati al ristorante, con un grande specchio appeso alla parete. Il ristorante si chiama “Lo specchio della vita”, come uno dei famosi quadri del pittore. Dopo aver pranzato ci siamo recati a visitare la chiesa del paese, dedicata a S. Giovannino, e le mura spagnole. Nel pomeriggio ci sono stati due incontri imprevisti, uno era il sindaco, mentre l’altro era un residente di Volpedo chi ci ha intrattenuto a lungo con le sue storielle. Abbiamo scoperto che era un attore e ci ha recitato in dialetto volpedese la storia del bambino del Quarto Stato. Mentre lasciavamo il paese abbiamo notato una raffigurazione in pietra con la scritta “Volpedo”. (Cronaca di una a Volpedo, giovedì 24 settembre 2015)
A cura dei gitanti
Casa Jona di Valeggio (Pv)